E’ il 7 maggio 2020 quando l’operatore sanitario Cheikma Hamala Diop, 26 anni, denuncia di aver lavorato senza protezioni alla residenza per anziani don Gnocchi di Milano e di aver contratto il Covid-19 per questo motivo. Sia la cooperativa per cui lavora, la Ampast, sia i vertici del don Gnocchi, un colosso della sanità nazionale con oltre 3700 posti letti in nove regioni italiane, non hanno gradito le proteste e le esternazioni di Diop e così lo hanno licenziato. In seguito la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per strage colposa perché al don Gnocchi sono decedute oltre cento persone durante i primi mesi della pandemia.
Il 10 marzo, il tribunale del lavoro di Milano, ai sensi della legge 179/2017, approvata anche grazie a una grande mobilitazione di Riparte il Futuro, cioè l’attuale The Good Lobby, ha annullato in primo grado il licenziamento di Diop. Ampast dovrà quindi riassumere Diop, salvo ricorsi in appello, pagargli gli stipendi arretrati oppure versare al dipendente quindici mensilità, pari a poco più di 15.000 euro. Nel frattempo però l’infermiere si è trasferito in Francia: non è sicuro di voler tornare a lavorare per quella cooperativa che anche in udienza lo ha attaccato soltanto per aver esercitato il diritto di cronaca, e probabilmente accetterà l’indennizzo.
Essere un whistleblower costa molto non solo in termini psicologici ma anche economici.Vi state chiedendo quanto?